(Prima o poi permetterò alla luce del sole di sciogliere questi nodi. Prima o poi me ne starò lì, seduta, con la finestra aperta ad odorare fuori. A sentire, vedere, miscelare quel che posso definire blu in questo cielo corrotto e ritagliato, miscelarlo con quelle ditate di nuvole. Prima o poi sentirò quella gabbia scucirsi, prima o poi troverò il giusto lembo, sfilerò piano piano, scucirò e farà un pò male, come quei colpi di spazzola che districavano le mie lunghezze, quand’ero piccola e mia nonna bagnava il pettine per riordinare i boccoli.
I nodi ritornano... ma basta un pò d’acqua e un buon pettine.
Quando non sei riccia.)
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sabato 14 gennaio 2012
sabato 7 gennaio 2012
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eravamo io e te e c’erano alberi e c’erano colori e c’erano sorrisi e c’era la musica e c’eravamo io e te in mezzo
a tutto questo io e te in mezzo a quella musica io e te danzatrici in festa io e te
quell’idea di felicità
che il risveglio porta via
con un gelido schiaffo
di un gelido inverno
in tutte le mattine
di tutti gli inverni
di tutti i miei anni
eravamo io e te e c’erano alberi e c’erano colori e c’erano sorrisi e c’era la musica e c’eravamo io e te in mezzo
a tutto questo io e te in mezzo a quella musica io e te danzatrici in festa io e te
quell’idea di felicità
che il risveglio porta via
con un gelido schiaffo
di un gelido inverno
in tutte le mattine
di tutti gli inverni
di tutti i miei anni
venerdì 16 dicembre 2011
(ag)grovigli
in mezzo a quel turbinio di flussi
quella convulsione delle maree
il disordine gravitazionale
la relatività è in apnea
quella convulsione delle maree
il disordine gravitazionale
la relatività è in apnea
mercoledì 18 maggio 2011
sabato 7 maggio 2011
(Probabilmente una delle ultime fotografie che avrò di te sei tu che, davanti ad uno specchio, mentre ti sbirci dando una sistemata a capelli e trucco, distrattamente parli al telefono e con due parole mi spezzi il cuore, completamente dimentica del fatto che, sì, mi trovo davanti a te.
Forse ad una certa età, la spontaneità andrebbe soffocata.
Tenuta per particolari occasioni.
Come nelle feste.)
Forse ad una certa età, la spontaneità andrebbe soffocata.
Tenuta per particolari occasioni.
Come nelle feste.)
domenica 17 aprile 2011
enne volte
a sbirciarmi dentro
sembra un’eternità
e forse è troppo
è troppo
per quella maledetta increspatura
che piega spazio e tempo
e piega
me
il tuo tempo
non misura il mio
(nè più, nè meno. Mio.)
sembra un’eternità
e forse è troppo
è troppo
per quella maledetta increspatura
che piega spazio e tempo
e piega
me
il tuo tempo
non misura il mio
(nè più, nè meno. Mio.)
mercoledì 23 febbraio 2011
martedì 9 novembre 2010
sabato 6 novembre 2010
5 novembre
...in fondo un pò invidio gli alti e i bassi, sembrano sinonimo di una normale quotidianità, mentre io sono sintonizzata sui bassi, talmente bassi da essere bassifondi - e cosa potevo sperare visto il mio metro e coda di cavallo (per me i Vatussi hanno la testa tra le nuvole), che figuriamoci come si presenta quando ho un diavolo per capello e la casa è umida tanto che i funghi crescono sulle pareti (almeno porcini si spera), mi chiedo, sarebbe meno umida se fossi alta e magra e la vita fosse un pò più mia?... mia tua nostra, no, almeno vostra grazia vogliate perdonarmi se mi sforzo di sorridere un pò, ma voi vi alterate perchè sembro troppo contenta.
Se devo essere proprio sincera, l'ultima volta che sono stata Contenta credo di non rimembrarmela (ma si può coniugare così?), volendo potrei associarla a qualche ricordo d'infanzia che non ricordo più, così a caso facciamo quando ho mangiato lo zucchero filato. Non capisco perchè ancora mi piaccia, è terribile come lasci le dita a mò di carta moschicida, per la festa dei moscerini di paese... e ne avrei di racconti sui moscerini del mio paese d'infanzia... però oggi è il 5 novembre (pardon, siamo già al 6, ma questo è il racconto del 5). Ed io me lo ricordo ancora, ricordo ancora l'immagine come un quadro di Caravaggio, con quei colori incredibilmente veri da sentirne persino l'odore. E ancora mi colpisce. Mi fa lo stesso effetto...
...così...
...avrei voluto, almeno oggi, che ci fosse stata una piccola festa nel mio cuore. Ma poi c'è il minestrone quotidiano e soprattutto bisogna stare attenti a non sostare sotto le porte, fa nulla, è divertente addobbare manichini dagli occhi sognanti- al gelo- e però mi piace davvero, anche se sembra triste detta così, perchè l'inverno comincia a farsi sentire e siamo tutti un pò più tristi, in verità.
Sono seduta nella sala d'attesa di una stazione ed al binario 8 ci sono ritardi e qualche volta troppe pretese... pretese dimentiche che nelle sale d'attesa sostano sospiri e desideri e speranze dalle ali cangianti, fatine che scorazzano e litigano per le briciole con i piccioni, qualche brivido per il freddo imminente e ossa che scricchiolano per i dolori degli anni passati... e c'è tanta pazienza, tanta perchè l'amore esiste (e resiste) ancora, perciò i ritardi possono essere sopportati, finchè si ha il coraggio di sognare e di crederci un pò più di ieri. Un pò meno oggi, ma un pò di più domani...
Esattamente un anno fa.
Ecco perchè non si smette e si resta qui, a prendere il gelo e l'umido, pensando al vento ed alle nuvole, stagliate contro il cielo, in alto sopra il mare.
(dedicato a quel sogno improbabile e bellissimo)
(buon 5 novembre)
Se devo essere proprio sincera, l'ultima volta che sono stata Contenta credo di non rimembrarmela (ma si può coniugare così?), volendo potrei associarla a qualche ricordo d'infanzia che non ricordo più, così a caso facciamo quando ho mangiato lo zucchero filato. Non capisco perchè ancora mi piaccia, è terribile come lasci le dita a mò di carta moschicida, per la festa dei moscerini di paese... e ne avrei di racconti sui moscerini del mio paese d'infanzia... però oggi è il 5 novembre (pardon, siamo già al 6, ma questo è il racconto del 5). Ed io me lo ricordo ancora, ricordo ancora l'immagine come un quadro di Caravaggio, con quei colori incredibilmente veri da sentirne persino l'odore. E ancora mi colpisce. Mi fa lo stesso effetto...
...così...
...avrei voluto, almeno oggi, che ci fosse stata una piccola festa nel mio cuore. Ma poi c'è il minestrone quotidiano e soprattutto bisogna stare attenti a non sostare sotto le porte, fa nulla, è divertente addobbare manichini dagli occhi sognanti- al gelo- e però mi piace davvero, anche se sembra triste detta così, perchè l'inverno comincia a farsi sentire e siamo tutti un pò più tristi, in verità.
Sono seduta nella sala d'attesa di una stazione ed al binario 8 ci sono ritardi e qualche volta troppe pretese... pretese dimentiche che nelle sale d'attesa sostano sospiri e desideri e speranze dalle ali cangianti, fatine che scorazzano e litigano per le briciole con i piccioni, qualche brivido per il freddo imminente e ossa che scricchiolano per i dolori degli anni passati... e c'è tanta pazienza, tanta perchè l'amore esiste (e resiste) ancora, perciò i ritardi possono essere sopportati, finchè si ha il coraggio di sognare e di crederci un pò più di ieri. Un pò meno oggi, ma un pò di più domani...
Esattamente un anno fa.
Ecco perchè non si smette e si resta qui, a prendere il gelo e l'umido, pensando al vento ed alle nuvole, stagliate contro il cielo, in alto sopra il mare.
(dedicato a quel sogno improbabile e bellissimo)
(buon 5 novembre)
giovedì 4 novembre 2010
accenti
Perchè le foglie d'autunno
suggeriscono il mare
l'andare di un treno
ne porta l'odore
nel colore dell'aria d'inverno
ancora solo annusato
il grigio delle ali di un gabbiano
(immagine dell'attesa)
tarda
ha smarrito il cammino
(...il via vai dell'inferno che si imbuca ad ogni festa
è dato dal non voler indossare quei maledetti occhiali rosa
pur non addicendosi il grigio alla mia carnagione...)
suggeriscono il mare
l'andare di un treno
ne porta l'odore
nel colore dell'aria d'inverno
ancora solo annusato
il grigio delle ali di un gabbiano
(immagine dell'attesa)
tarda
ha smarrito il cammino
(...il via vai dell'inferno che si imbuca ad ogni festa
è dato dal non voler indossare quei maledetti occhiali rosa
pur non addicendosi il grigio alla mia carnagione...)
giovedì 20 maggio 2010
nel mezzo che non so
Se ci fosse e se potessi
sarei nei pressi di un fiume
nel sole e... in quello specchio che si crea
la corrente che scorre
che porto dentro me
-così sarei lui
semplicemente-
ma è alla foce
il mio indirizzo
dove il tempo
lo spazio
non ha bussola
il sale
del mare
per un attimo
arretra
e sa
di essere parte di qualcosa
di quel momento
fuggevole
che apre la coscienza
come alcune essenze
o l'ebbrezza
nel bere colori e sapori
mescolati
ed indefiniti
in quell'attimo in cui il cielo
è dentro e sopra
in quel vento
che fa galleggiare le nuvole...
(...)
( se ci sono "modi" ed il "mio" è sempre "inadeguato"... non lo è verso me stessa...
Il bilico dentro/fuori presuppone il compromesso... e lacera.)
sarei nei pressi di un fiume
nel sole e... in quello specchio che si crea
la corrente che scorre
che porto dentro me
-così sarei lui
semplicemente-
ma è alla foce
il mio indirizzo
dove il tempo
lo spazio
non ha bussola
il sale
del mare
per un attimo
arretra
e sa
di essere parte di qualcosa
di quel momento
fuggevole
che apre la coscienza
come alcune essenze
o l'ebbrezza
nel bere colori e sapori
mescolati
ed indefiniti
in quell'attimo in cui il cielo
è dentro e sopra
in quel vento
che fa galleggiare le nuvole...
(...)
( se ci sono "modi" ed il "mio" è sempre "inadeguato"... non lo è verso me stessa...
Il bilico dentro/fuori presuppone il compromesso... e lacera.)
Appartenenze
(dis)equilibri,
frammenti,
soffitti sotterranei
domenica 16 maggio 2010
domenica 31 gennaio 2010
(per certi versi)
E se le avessi detto di smetterla con quella tortura alle sue mani, quel suo mangiarsi le unghie, con le ferite che inevitabilmente poi si formano e con quel freddo, che tanto le rende fragili e rosse?
Le avrei messo del pepe. Sì, pepe nero, sulle dita. Io, giuro, l'avrei fatto.
Lo faccio, nei pensieri, di tanto in tanto... cullandomi nel sogno delle tutte (quasi) possibili conseguenze...
Nella realtà... ci sono limiti, per certi versi, invalicabili. O forse, per certe circostanze.
(o forse ruoli, o vincoli, o... oh! dannazione...)
Le avrei messo del pepe. Sì, pepe nero, sulle dita. Io, giuro, l'avrei fatto.
Lo faccio, nei pensieri, di tanto in tanto... cullandomi nel sogno delle tutte (quasi) possibili conseguenze...
Nella realtà... ci sono limiti, per certi versi, invalicabili. O forse, per certe circostanze.
(o forse ruoli, o vincoli, o... oh! dannazione...)
mercoledì 27 gennaio 2010
Sshhh... sulle punte...
[Ma le etichette non si mettono ai vestiti? A me piace camminare nel fango... perchè è quando ci si sporca, che si vive...]
Tra più soffi di nebbie
seppur smarrita
l'argentea Luna filtra...
...candidi fili afferrano
quei lembi di fumo
sottili...
(capita di perdersi, alcune notti, ad osservare, languidamente, questa danza antica)
Confusa e conFusa
di gatta e di matta...
Tra più soffi di nebbie
seppur smarrita
l'argentea Luna filtra...
...candidi fili afferrano
quei lembi di fumo
sottili...
(capita di perdersi, alcune notti, ad osservare, languidamente, questa danza antica)
Confusa e conFusa
di gatta e di matta...
Appartenenze
(dis)equilibri,
frammenti,
soffitti sotterranei
lunedì 18 gennaio 2010
(un'idea di nostalgia?)
Mi piaceva sognare di poter fare una chiacchierata con lei e parlare di tante cose, come due vecchie amiche, e mi accontentavo di questo... di qualche parola davanti ad un caffè, mentre distrattamente sognavo che fosse la sua pelle quello zucchero che ne toglieva l'amaro... non potevo avere nient'altro... ed era semplicemente tutto ciò che desideravo. E' così amaro, il mio caffè...
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