nell'attesa
ogni secondo risuona
come un frastuono
squassato nel petto
scricchiola
qualcosa che va in frantumi
ogni piccolo pezzo
lavorato con lo scalpello
mi chiedo se i ragni
ricuciranno tutti i pezzetti
mi chiedo se il disegno
sarà uguale
sono venti minuti
e poi c'è il silenzio
...e forse la neve.
martedì 30 novembre 2010
venerdì 12 novembre 2010
legato
(and the little white dove
made with love
made with love
made with glue and a glove and some pliers)
respiri
mesciati alla musica
evaporano
sfumano i contorni
di ogni cosa intorno
compresa me
i confini si annullano
dove tutto è acqua
la corrente smuove
muove
e si muove...
...lascio che sia.
made with love
made with love
made with glue and a glove and some pliers)
respiri
mesciati alla musica
evaporano
sfumano i contorni
di ogni cosa intorno
compresa me
i confini si annullano
dove tutto è acqua
la corrente smuove
muove
e si muove...
...lascio che sia.
martedì 9 novembre 2010
sabato 6 novembre 2010
5 novembre
...in fondo un pò invidio gli alti e i bassi, sembrano sinonimo di una normale quotidianità, mentre io sono sintonizzata sui bassi, talmente bassi da essere bassifondi - e cosa potevo sperare visto il mio metro e coda di cavallo (per me i Vatussi hanno la testa tra le nuvole), che figuriamoci come si presenta quando ho un diavolo per capello e la casa è umida tanto che i funghi crescono sulle pareti (almeno porcini si spera), mi chiedo, sarebbe meno umida se fossi alta e magra e la vita fosse un pò più mia?... mia tua nostra, no, almeno vostra grazia vogliate perdonarmi se mi sforzo di sorridere un pò, ma voi vi alterate perchè sembro troppo contenta.
Se devo essere proprio sincera, l'ultima volta che sono stata Contenta credo di non rimembrarmela (ma si può coniugare così?), volendo potrei associarla a qualche ricordo d'infanzia che non ricordo più, così a caso facciamo quando ho mangiato lo zucchero filato. Non capisco perchè ancora mi piaccia, è terribile come lasci le dita a mò di carta moschicida, per la festa dei moscerini di paese... e ne avrei di racconti sui moscerini del mio paese d'infanzia... però oggi è il 5 novembre (pardon, siamo già al 6, ma questo è il racconto del 5). Ed io me lo ricordo ancora, ricordo ancora l'immagine come un quadro di Caravaggio, con quei colori incredibilmente veri da sentirne persino l'odore. E ancora mi colpisce. Mi fa lo stesso effetto...
...così...
...avrei voluto, almeno oggi, che ci fosse stata una piccola festa nel mio cuore. Ma poi c'è il minestrone quotidiano e soprattutto bisogna stare attenti a non sostare sotto le porte, fa nulla, è divertente addobbare manichini dagli occhi sognanti- al gelo- e però mi piace davvero, anche se sembra triste detta così, perchè l'inverno comincia a farsi sentire e siamo tutti un pò più tristi, in verità.
Sono seduta nella sala d'attesa di una stazione ed al binario 8 ci sono ritardi e qualche volta troppe pretese... pretese dimentiche che nelle sale d'attesa sostano sospiri e desideri e speranze dalle ali cangianti, fatine che scorazzano e litigano per le briciole con i piccioni, qualche brivido per il freddo imminente e ossa che scricchiolano per i dolori degli anni passati... e c'è tanta pazienza, tanta perchè l'amore esiste (e resiste) ancora, perciò i ritardi possono essere sopportati, finchè si ha il coraggio di sognare e di crederci un pò più di ieri. Un pò meno oggi, ma un pò di più domani...
Esattamente un anno fa.
Ecco perchè non si smette e si resta qui, a prendere il gelo e l'umido, pensando al vento ed alle nuvole, stagliate contro il cielo, in alto sopra il mare.
(dedicato a quel sogno improbabile e bellissimo)
(buon 5 novembre)
Se devo essere proprio sincera, l'ultima volta che sono stata Contenta credo di non rimembrarmela (ma si può coniugare così?), volendo potrei associarla a qualche ricordo d'infanzia che non ricordo più, così a caso facciamo quando ho mangiato lo zucchero filato. Non capisco perchè ancora mi piaccia, è terribile come lasci le dita a mò di carta moschicida, per la festa dei moscerini di paese... e ne avrei di racconti sui moscerini del mio paese d'infanzia... però oggi è il 5 novembre (pardon, siamo già al 6, ma questo è il racconto del 5). Ed io me lo ricordo ancora, ricordo ancora l'immagine come un quadro di Caravaggio, con quei colori incredibilmente veri da sentirne persino l'odore. E ancora mi colpisce. Mi fa lo stesso effetto...
...così...
...avrei voluto, almeno oggi, che ci fosse stata una piccola festa nel mio cuore. Ma poi c'è il minestrone quotidiano e soprattutto bisogna stare attenti a non sostare sotto le porte, fa nulla, è divertente addobbare manichini dagli occhi sognanti- al gelo- e però mi piace davvero, anche se sembra triste detta così, perchè l'inverno comincia a farsi sentire e siamo tutti un pò più tristi, in verità.
Sono seduta nella sala d'attesa di una stazione ed al binario 8 ci sono ritardi e qualche volta troppe pretese... pretese dimentiche che nelle sale d'attesa sostano sospiri e desideri e speranze dalle ali cangianti, fatine che scorazzano e litigano per le briciole con i piccioni, qualche brivido per il freddo imminente e ossa che scricchiolano per i dolori degli anni passati... e c'è tanta pazienza, tanta perchè l'amore esiste (e resiste) ancora, perciò i ritardi possono essere sopportati, finchè si ha il coraggio di sognare e di crederci un pò più di ieri. Un pò meno oggi, ma un pò di più domani...
Esattamente un anno fa.
Ecco perchè non si smette e si resta qui, a prendere il gelo e l'umido, pensando al vento ed alle nuvole, stagliate contro il cielo, in alto sopra il mare.
(dedicato a quel sogno improbabile e bellissimo)
(buon 5 novembre)
giovedì 4 novembre 2010
per chi resta
ci si chiede cosa si provi
o che colore abbia
in realtà è una sfumatura...
canta l'altoparlante in una stazione
canta numeri
canta luoghi
strascichi d'anime e bui
nei corridoi della notte e dell'addio
ascolto
ascolto quel sogno
fatto di velluto rovente
e lascio che mi bruci
che avvolga
che divori
prima che la brina
riempia i vuoti del cuore
prima che il viaggio
porti via quell'arcobaleno
tutti i suoi suoni
lontano
...ed i desideri
restano imbrigliati nel petto
memori di quei giorni
ebbri di quei colori
ancora vivi
nel tempo che manca
che mi manca...
(troverò la strada?
una foglia d'autunno mi è caduta tra le mani
calda del ricordo di un giallo
che ha tanto inseguito il sole)
o che colore abbia
in realtà è una sfumatura...
canta l'altoparlante in una stazione
canta numeri
canta luoghi
strascichi d'anime e bui
nei corridoi della notte e dell'addio
ascolto
ascolto quel sogno
fatto di velluto rovente
e lascio che mi bruci
che avvolga
che divori
prima che la brina
riempia i vuoti del cuore
prima che il viaggio
porti via quell'arcobaleno
tutti i suoi suoni
lontano
...ed i desideri
restano imbrigliati nel petto
memori di quei giorni
ebbri di quei colori
ancora vivi
nel tempo che manca
che mi manca...
(troverò la strada?
una foglia d'autunno mi è caduta tra le mani
calda del ricordo di un giallo
che ha tanto inseguito il sole)
accenti
Perchè le foglie d'autunno
suggeriscono il mare
l'andare di un treno
ne porta l'odore
nel colore dell'aria d'inverno
ancora solo annusato
il grigio delle ali di un gabbiano
(immagine dell'attesa)
tarda
ha smarrito il cammino
(...il via vai dell'inferno che si imbuca ad ogni festa
è dato dal non voler indossare quei maledetti occhiali rosa
pur non addicendosi il grigio alla mia carnagione...)
suggeriscono il mare
l'andare di un treno
ne porta l'odore
nel colore dell'aria d'inverno
ancora solo annusato
il grigio delle ali di un gabbiano
(immagine dell'attesa)
tarda
ha smarrito il cammino
(...il via vai dell'inferno che si imbuca ad ogni festa
è dato dal non voler indossare quei maledetti occhiali rosa
pur non addicendosi il grigio alla mia carnagione...)
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