martedì 24 febbraio 2009

Una giornata fredda, in un freddo cafè di Milano

Il cielo è grigio là fuori, interminabili piccioni grassi sopra i fili del tram, sferragliare lento sui binari, suoni confusi di clacson, automobilisti impazziti e semafori intirizziti dal freddo.
Un piccolo cafè, vicino ad un piccolo teatro, profuma ancora di tempi antichi, con muri in stucco e tovaglie ricamate.
Un uomo e una donna siedono ad un tavolino.
Davanti a loro, due caffè fumanti.
Fra di loro, due caffè ed il silenzio.

C'è molto rumore là fuori, passano i tram, urlano i passanti, i clacson continuano a suonare.
Ma quel silenzio, che ora ha impregnato l'aria del piccolo cafè, è diventato palpabile.
Sembra ovattato, come se fosse caduto dal cielo uno strato di cotone, bianco, morbido, vellutato.

L'uomo e la donna non si guardano.
Guardano i loro caffè, come se cercassero chissà quali risposte a chissà quali domande.

Cosa c'è nella tazzina del caffè?

Un uomo di mezza età di riflesso guarda nel suo bicchiere di whisky, ma non trova nulla di ciò che cerca.

Cosa c'è dentro quel caffè? Cosa cercano quegli sguardi, che non si incrociano, mai, nemmeno per un istante?

Le risposte sono all'interno dei loro stessi occhi.
Se ci si potesse avvicinare e guardarvi dentro, si potrebbero vedere fiumi di parole, parole che restano annodate in gola, appiccicate al palato, annegate nella saliva o incastrate fra i denti.
E' che a volte i pensieri diventano impossibili da pensare, figuriamoci da dire, le emozioni stanno ferme lì, nel petto, ferme e confuse e non è possibile respirare, la bocca ed il fiato come imprigionati e legati da un demone dispettoso che alberga sotto, sotto, nelle profondità dello stomaco.
Così la conversazione è fatta di sospiri, di sguardi, di freddo e di amaro sapor di caffè.

I minuti passano, i ragni tessono le loro tele infinite.

La donna e l'uomo si alzano, i loro cappotti ben legati in vita, un paio di guanti, un cappello sgualcito.
Escono dal piccolo cafè, prendono la propria strada, tra binari e metrò, grigio e fango, vento e neve.

Una piccola rosa sul tavolino perde due petali rossi.

2 commenti:

  1. I grandi, piccoli bivi, ostacoli che prima o poi si ripetono, silenzi e demoni con o senza nome, tutte le rose prima o poi perdono i petali, ma restano sempre le spine, no?

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